classificata lunga

Thriller

Romantico

Drammatico

04/06/2025

Ombre e Costellazioni

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penShades

Il Ballo delle Finestre Illuminati

Il caffè si raffreddava sul davanzale, e Alice, come ogni mattina da quando si era trasferita nel piccolo appartamento al terzo piano, osservava il palazzo di fronte. Non era un’abitudine dettata dalla noia, ma da una strana curiosità che aveva iniziato a pizzicarle la coscienza fin dalla prima settimana. Il palazzo, un’elegante costruzione d’epoca con balconi in ferro battuto e finestre alte, era un gioiello in quel quartiere residenziale tranquillo, eppure c’era qualcosa che stonava, un’ombra indefinibile che aleggiava attorno al suo dirimpettaio, un uomo di mezza età che si era presentato come Mr. Henderson, un nome che sembrava uscito da un romanzo d’altri tempi. Mr. Henderson era un enigma avvolto in un cardigan di tweed, con capelli sempre un po’ arruffati e un’espressione perennemente assorta. Non che fosse un uomo sgradevole, anzi, il suo sorriso, quando lo concedeva, era sorprendentemente gentile, ma i suoi occhi, di un azzurro quasi trasparente, sembravano contenere una tristezza profonda, un segreto non detto che Alice percepiva come un’eco lontana. La sua routine era meticolosa, quasi ossessiva. Ogni mattina alle sette e trenta, usciva per una passeggiata, rientrando puntualmente un’ora dopo. Poi, il silenzio. Un silenzio così denso che sembrava quasi fisico, una presenza costante che riempiva lo spazio tra i due palazzi. Alice aveva notato che le luci del suo appartamento si accendevano e si spegnevano a orari insoliti, a volte rimanendo accese fino a notte fonda, altre volte spegnendosi all’improvviso nel cuore della sera. Era un ballo silenzioso di finestre illuminate, un codice indecifrabile che la tormentava. Un giorno, mentre innaffiava le sue piante sul balcone, aveva incrociato lo sguardo con un altro vicino, un giovane uomo che viveva nell'appartamento sotto il suo. Era alto, con capelli scuri e ricci che gli ricadevano sulla fronte e occhi di un verde intenso che le avevano fatto venire un tuffo al cuore. Si chiamava Leo, e aveva un sorriso disarmante che la faceva sentire immediatamente a suo agio. La loro conversazione era iniziata in modo banale, parlando del tempo e delle piante, ma si era rapidamente trasformata in qualcosa di più profondo. Alice aveva scoperto che Leo era un musicista, un chitarrista jazz che passava le notti a suonare nei locali del centro. C'era qualcosa di così autentico e disinvolto in lui, una leggerezza che contrastava in modo netto con l'aura di mistero che circondava Mr. Henderson. "Hai notato anche tu il nostro vicino?" le aveva chiesto Leo un pomeriggio, indicando con un cenno del capo il palazzo di fronte. "È un tipo strano, non credi?" Alice aveva annuito, sollevata di non essere l'unica a pensarla così. "Sì, decisamente. A volte mi chiedo cosa faccia tutto il giorno lì dentro." Leo aveva riso, un suono caldo e melodioso. "Probabilmente sta tramando qualche piano segreto per conquistare il mondo, o forse sta solo scrivendo un romanzo gotico." Avevano riso insieme, e in quel momento, Alice aveva sentito una connessione speciale con lui, una scintilla che andava oltre la semplice curiosità per il vicino. Le loro conversazioni erano diventate sempre più frequenti, scambiandosi battute sui rispettivi lavori, sulle loro passioni, sulla vita in città. Leo aveva una capacità innata di farla sentire ascoltata, compresa, e c'era una chimica palpabile tra loro, un'attrazione silenziosa che cresceva ogni giorno di più. Ma c'era anche un'altra presenza nel palazzo, una donna che si era trasferita nell’appartamento accanto al suo solo un paio di mesi prima. Si chiamava Clara, e si era presentata con un cesto di biscotti fatti in casa e un sorriso smagliante. Clara era l'opposto di Alice: estroversa, vivace, con una risata contagiosa e un’energia che sembrava riempire ogni stanza in cui entrava. Era una PR di successo, sempre al telefono, sempre in movimento, eppure sembrava trovare il tempo per tutti. Alice ammirava la sua vitalità, ma a volte si sentiva un po' intimidita dalla sua esuberanza. Clara era diventata amica di Leo quasi subito, e Alice non poteva fare a meno di notare come Leo le sorridesse con una particolare tenerezza, una luce nei suoi occhi che le stringeva un po' il cuore. Un pomeriggio, mentre tornava a casa, Alice aveva visto Mr. Henderson armeggiare con la porta del suo garage. Era un piccolo box privato, nascosto sul retro del palazzo, e lei non lo aveva mai visto usarlo prima d’ora. Era una struttura modesta, quasi insignificante, con una porta di legno sverniciato che sembrava sul punto di crollare. Ma quel giorno, la porta era leggermente aperta, e Alice aveva intravisto qualcosa all’interno: un bagliore metallico, una forma indefinita che era sparita quasi subito, non appena Mr. Henderson si era accorto della sua presenza e aveva richiuso frettolosamente. Il suo viso era diventato pallido, e i suoi occhi, di solito così assenti, erano pieni di una paura inaspettata. "Buonasera, signorina," aveva balbettato, la sua voce insolitamente roca. Alice aveva risposto con un sorriso incerto, la sua mente che cercava di elaborare quello che aveva visto. Cosa poteva esserci in quel garage che l’aveva spaventato così tanto? L'episodio aveva solo rafforzato la sua convinzione che Mr. Henderson nascondesse qualcosa di importante, qualcosa che andava oltre la semplice eccentricità. Le settimane successive erano state un turbinio di emozioni per Alice. I suoi incontri con Leo erano diventati appuntamenti informali, cene improvvisate sul loro balcone, lunghe passeggiate nel parco. Ogni volta che erano insieme, Alice sentiva una profonda connessione, come se le loro anime si riconoscessero. Ma poi c'era Clara, che sembrava sempre apparire nel momento sbagliato, con la sua risata squillante e la sua vicinanza a Leo. Alice non poteva fare a meno di sentirsi un po' gelosa, un sentimento che la sorprendeva e la disturbava. Non era abituata a provare emozioni così intense, così contrastanti. Una sera, mentre tornava a casa da un concerto di Leo, Alice aveva notato una luce fioca provenire dal garage di Mr. Henderson. Era mezzanotte passata, e il quartiere era avvolto nel silenzio. La curiosità era più forte della prudenza. Si era avvicinata lentamente, cercando di non fare rumore, e aveva sbirciato attraverso una piccola fessura nella porta di legno. All'interno, l'aria era pesante, quasi opprimente, e c'era un odore strano, un misto di polvere e qualcosa di indefinito, quasi ferroso. Mr. Henderson era inginocchiato a terra, e stava lavorando su qualcosa che Alice non riusciva a distinguere chiaramente. Era una forma scura, quasi un’ombra, e le sue mani si muovevano con una precisione quasi chirurgica. Sembrava assorto, quasi in trance, e un brivido freddo aveva percorso la schiena di Alice. Era una scena così surreale, così fuori dal contesto della sua vita quotidiana, che le aveva fatto venire i brividi. Mentre Alice si ritraeva, il suo piede aveva urtato un piccolo vaso di fiori sul marciapiede, e il suono aveva risuonato nel silenzio della notte. Mr. Henderson aveva alzato la testa di scatto, i suoi occhi che si erano fissati nella sua direzione. Un'espressione di puro terrore gli aveva distorto il viso, e Alice aveva sentito un nodo allo stomaco. Era stata scoperta. Non aveva idea di cosa fosse successo, ma l'improvvisa reazione di Mr. Henderson la terrorizzava. Senza pensarci due volte, si era voltata ed era corsa via, il cuore che le batteva all'impazzata nel petto, la mente che le urlava di non guardare indietro. Quel segreto nel garage non era solo una stranezza, era qualcosa di oscuro, qualcosa che prometteva di sconvolgere la loro tranquilla esistenza. E Alice, suo malgrado, si era ritrovata intrappolata in quel mistero, un mistero che sembrava inestricabilmente legato al suo nascente legame con Leo e alla complessa amicizia con Clara. Il segreto nel garage di Mr. Henderson, qualsiasi cosa fosse, era come una crepa in una diga, e Alice sentiva che presto o tardi, l'acqua avrebbe travolto tutto. Le sue notti erano diventate insonni, popolate da immagini frammentarie del garage, del bagliore metallico, degli occhi terrorizzati di Mr. Henderson. La sua vita, fino a quel momento così prevedibile e serena, stava prendendo una piega inaspettata, e lei non sapeva se fosse pronta ad affrontarla.